"Avevo iniziato a scrivere storie come autodidatta: ho comprato i manuali di sceneggiatura di Massimo Moscati in libreria"
Paolo Sorrentino
Un manuale per tutti gli sceneggiatori in erba che vogliono avvicinarsi alla scrittura cinematografica con professionalità.
Un bravo sceneggiatore per il cinema deve, al di là della sua naturale intuizione, affiancare una precisa conoscenza delle regole alla base della scrittura cinematografica: deve acquisire il “mestiere”.
Questo manuale, quindi, intende aiutare l’esordiente sceneggiatore a districarsi in un settore difficile e pieno di insidie.
Non si rivolge ai cinéphiles, agli studiosi di teoria del cinema, ma a giovani sceneggiatori non necessariamente dotati di una cultura cinematografica specifica e vuole essere un utile strumento per i molti che vogliono avvicinarsi alla scrittura cinematografica con quell’adeguata professionalità che, in definitiva, è l’unico mezzo a disposizione per cercare di farsi notare. Ma una considerazione, che riguarda l’esordiente, è inevitabile: se non ha le ali, questo libro non potrà mai costruirgliele.
Massimo Moscati, milanese, giornalista, direttore editoriale, ha scritto numerosi libri sul cinema fra i quali: “La fantacoscienza - Il cinema di fantascienza dopo il 1968" (WoW), “Guida al cinema dell’orrore” (Il Formichiere), “Western all’italiana” (Pan), “I predatori del sogno” (Dedalo), “James Bond-Missione successo” (Dedalo), “Manuale di sceneggiatura” (Mondadori), “Ammazza che fusto con Alberto Sordi” (Rizzoli), il monumentale “Grande dizionario dei film” (Hobby&Work), “Filmania-Enciclopedia multimediale del cinema” (Expert System), “Breve storia del cinema” (Bompiani), “Introduzione al cinema” (Lattes), “Benignaccio con te la vita è bella” (Rizzoli-Bur), "Scrivere un romanzo" (Bibliotheka), "Scrivere una sceneggiatura" (Bibliotheka).
È stato script-analyst di Reteitalia (per Carlo Bernasconi), creatore della serie mondadoriana “Nero italiano”, direttore della collana di saggi “Cinema del 900” (Bibliotheka)
Ha esordito in narrativa con “1958-C’era una volta in Almeria” (Golem).
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