Una denuncia contro l’oscurantismo, un inno in favore del progresso, contro l’esaltazione parossistica della natura e della religione.
Scritto nel 1892, dopo il ritorno dell’autore da Sachalin (isola russa che ospitava una colonia penale, della quale scrisse un libro-inchiesta, L’isola di Sachalin, sulle disumane condizioni di vita dei forzati), Reparto numero 6 è uno dei più famosi racconti di Cechov.
Aspra invettiva e critica sociale, allegoria sulla vita e la morte, ma anche della stessa Russia, è il resoconto delle condizioni manicomiali in un piccolo padiglione psichiatrico di un ospedale civile della Russia zarista, dove sono internate e rinchiuse cinque persone trattate come bestie.
Anton Čechov (29/01/1860-15/03/1904) è stato uno dei più grandi esponenti della letteratura russa. Scrittore introverso e
drammaturgo eccelso, ha denunciato la società del suo tempo, in cui anche la vita intellettuale e letteraria ristagnano. Tra i suoi capolavori, modellati sul tragico quotidiano e sull’alienazione esistenziale: Il gabbiano, Zio Vanja, Le tre sorelle e Il giardino dei ciliegi.
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