Riflessioni, personaggi di strada, spaccati quotidiani e finestre capitoline sono protagonisti delle 32 sillogi che animano questa raccolta.
Trentadue i componimenti fanno parte di questa dodicesima silloge realizzata da Carlo Di Biagio, il cui titolo è stato coniato rielaborando un comune detto proverbiale.
Riflessioni, animali di pietra o reali, personaggi di strada, spaccati di vita quotidiana e immancabili finestre capitoline sono i protagonisti che danno vita a questa raccolta.
Sempre puntuali, nei componimenti dell'autore, l’attenzione al dettaglio, l’occhio fotografico e la ricerca appassionata di neologismi.
Ogni parola in Tra il dire e il mare è stata attentamente “pesata e valutata” dall’autore, come setacciando lenticchie per selezionare quelle ritenute più appetitose e, laddove si riportino codici, tutto ciò rappresenta un invito alla libera e benvenuta interpretazione del lettore.
Carlo Di Biagio è nato in Abruzzo, più precisamente a Pescara, nel 1959. Vive da sempre a Roma, dove ha effettuato studi classici e si è laureato in Medicina negli anni '80, lavorando da più di un ventennio nel campo farmaceutico. Da sempre appassionato di sport, viaggi e fotografia, ha iniziato a comporre poesie agli inizi del 2000, pubblicando nel 2008, con la Casa Editrice Albatros/Il Filo, la sua prima raccolta: “Un niente così tutto”. A seguire, sempre con la stessa casa editrice, “Pausa tra le nuvole” (2009), “Mentre” (2012), “Blumeraviglia” (2013). “Un calice di vento” è la sua quinta raccolta edita di poesie.
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