Come avrebbero potuto mettersi le cose per l’Italia e per l'Europa se, anziché la follia della nostra classe dirigente dilettantesca, accecata da vacua esaltazione, avesse prevalso la saggezza di un pugno di uomini oculati che, invece, furono emarginati?
La storia non si fa con i se e con i ma. Tuttavia, come rilevava Guido Morselli, “il paradosso sta dalla parte dell’accaduto”, mentre “la logica delle cose” avrebbe imposto proprio il contrario.
Con l’invenzione che è al centro del libro non si è mirato a deformare l’accaduto, bensì, contrapponendo la lungimiranza alla cecità che si sono mescolate alla sua attuazione, a far cogliere la parte negativa del passato che quella oscura di oggi ricalca. Anzi, ancora meglio, il timore che l’incomprensione tanto della storia quanto degli eventi del presente ci porti a ripetere le insanie orribili già viste.
Studioso della formazione del pensiero (La formazione dei concetti scientifici, 2012; La costruzione probabilistica della realtà. Dalla fisica quantistica alla psicologia della conoscenza, 2018; Le strane idee della scienza. Come la pensiamo e come è, 2016 e altri saggi) Graziano Cavallini è poi passato alla narrativa quale libera espressione dell’esperienza professionale e umana accumulata in mezzo secolo di vita.
Finora ha pubblicato i romanzi E poi…? (2012) e L’infamia (2016), la raccolta di racconti Extrapiera (2017) e l’autobiografia Un pedagogista fra i fisici.
Ha nel cassetto Il clandestino e I farabutti, rispettivamente su come si forma l’intelligenza e su cosa è la politica.
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