Sarcastico ma profondo, anticonformista, audace e pericoloso: Il curioso caso del signor G è un romanzo che richiede coraggio. Opera neoesistenzialista dallo stile ricco, è percorsa dal lucido intento di sacrificare al tempio dell’intelligenza i frutti di un’aspra critica alla società contemporanea: un dissacrante romanzo di formazione alla maniera del Candido di Voltaire, memoria sulla quale si innestano echi del Palomar calviniano e una beffarda ironia che rimanda all’umorismo ebraico di Woody Allen. Le descrizioni di una humanitas senza volto, identificata negli “automi” che incarnano demagogia e populismo (perciò pirandellianamente in contrasto con la vita, come la persuasione con la retorica in Michelstaedter), sono condotte da un autore capace di miscelare riflessioni filosofiche e spunti teologici, fonti scritturali e fatti di ordinaria quotidianità, per offrire il quadro spietato, ma veritiero, di un mondo senza coordinate. Scritto benissimo, splendidamente condotto sul piano narrativo e linguistico, è il canto isolato di un pessimista cosmico che, sardonicamente e amaramente, ride di cosa pensiamo, di cosa facciamo e di quello che siamo (tutti) diventati.
Scrittore, giornalista e critico letterario
VALUTAZIONE MEDIA
5 in base alle valutazioni di 1 lettori
a cura di Poeta Maledetto
23.mag.2017
Un libro che fa pensare, che pone molti quesiti, domande che per lo più l'umanità ha smesso di porsi per comodità e che invece, forse, racchiudono un senso possibile per questa nostra esistenza. Gottardi, un po' da filosofo un po' da scrittore scafato (elegante e coinvolgente) punta il dito contro una società sorda agli imperativi reali dell'esistenza, in una prosa fluida e accattivante. Un romanzo originalissimo, da leggere.