Il primo romanzo di Gabriele D'Annunzio
fu pubblicato nel 1889 a Milano. È ambientato nella Roma mondana che
l'autore stesso frequentava e narra le vicende di Andrea Sperelli: un
esteta come il Dorian Gray di Wilde, che vive godendo ogni attimo
circondato dal lusso e da amori sensuali e disprezza i valori del
mondo borghese. Al centro della trama è l'amore di Andrea per due
donne molto diverse tra loro: Maria Ferres ed Elena Muti. Come i loro
nomi evocano l'uno la Vergine e l'altro l'adultera che causò la
guerra di Troia, così le protagoniste femminili del romanzo
rappresentano rispettivamente la castità e la perdizione, che
entrambe attraggono – per ragioni antitetiche – le brame erotiche
di Sperelli.
Ricco di eros e di pathos sentimentale,
ma anche romanzo di raffinata erudizione e profondamente radicato
nelle vicende storiche della Roma appena divenuta capitale d'Italia,
Il piacere rappresenta forse il più alto esempio della
letteratura decadente, come Andrea Sperelli rappresenta
l'incarnazione dell'esteta, di colui che “fa della sua vita
un'opera d'arte”.
Nacque a Pescara nel 1863 da una famiglia borghese e destinato a divenire il più illustre poeta decadente. Manifestò sin da giovanissimo un carattere disinibito e una dirompente creatività. Nel '79 pubblicò la prima raccolta di poesie del titolo Primo Vere, che pubblicizzò con un geniale espediente: diffondendo la notizia della propria morte, cosa che rese subito celebre opera e personaggio.
Dal 1881 al '91 visse a Roma, dove lavorò come giornalista.
Nell'89 iniziò l'epoca del suo successo letterario con la pubblicazione de Il piacere.
Dagli anni romani iniziò a delinearsi intorno a D'Annunzio la fama del poeta-vate, che egli creò deliberatamente grazie a uno stile di vita appariscente.
Tra il 1891 e il 1904 visse a Napoli e poi a Firenze, dove si trasferì per stare accanto alla diva Eleonora Duse di cui si era innamorato. Si stabilì nella villa La Capponcina, che divenne più che una residenza, ma un monumento del gusto decadente, come farà in seguito con Il Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera.
Visse in Francia fino al 1915 per poi tornare in Italia alla vigilia del primo conflitto mondiale. In questa occasione, D'Annunzio si schierò dalla parte degli interventisti, convinto sostenitore del mito di Roma, e fu uno dei primi a firmare il Manifesto degli intellettuali fascisti.
A guerra finita, si fece promotore della celebre impresa di Fiume: una spedizione paramilitare alla conquista della città che sebbene non assegnata all'Italia il vate considerava di diritto italiana.
Quando, nel 1920, Fiume venne proclamata città libera, l'insuccesso spinse D'Annunzio a ritirarsi nel Vittoriale degli Italiani che, ancora oggi, testimonia il carattere decadente della sua esistenza. In questa villa il poeta morì nel 1938.
VALUTAZIONE MEDIA
5 in base alle valutazioni di 2 lettori
a cura di enoyr
26.nov.2015
a cura di enoyr
26.nov.2015