Nel 1764 Beccaria pubblicò l'opera destinata a divenire simbolo dell'Illuminismo italiano: Dei delitti e delle pene. Nato dalla constatazione delle pecche del sistema giudiziario vigente, il saggio propone un metodo moderno, razionale, “illuminato” appunto, di comminare le pene ai colpevoli di reato allo scopo di renderle efficaci non solo per punire, ma anche per prevenire i delitti.
Troviamo in Beccaria concetti che oggi, grazie a lui e all'Illuminismo in genere, sono entrati nel pensare comune della nostra società, come l'idea dell'innocenza degli imputati fino a prova contraria. Ma troviamo anche idee che a tutt'oggi in alcune parti del mondo sono ancora discusse, come l'erroneità della pena di morte. Secondo il filosofo, la pena capitale è da eliminare in quanto lo Stato che la infligge si rende a sua volta colpevole di un omicidio.
Il diritto dello Stato, inoltre, come insegnano i contrattualisti, è la somma dei diritti dei suoi membri, e nessun membro cede col contratto sociale il diritto alla propria vita. Questo pensiero, come quello riguardante l'inopportunità e l'inefficacia della tortura, non si limitarono a rendere famoso Cesare Beccaria presso i contemporanei, ma ne fecero uno dei più importanti filosofi occidentali e ispirarono le riforme giudiziarie di sovrani illuminati come Caterina II di Russia.
Nacque a Milano nel 1738 e crebbe nel clima di una città intellettualmente rinnovata dal pensiero illuminista. Conobbe i fratelli Verri, nel cui salotto - sede della redazione del Caffè - si incontravano le più brillanti menti dell'epoca, e poté studiare gli illuministi francesi e gli empiristi inglesi. La radice dei suoi interessi filosofici e sociali è da rintracciare nella lettura delle Lettere persiane di Montesquieu e dei saggi di Locke, cui si dedicò a 22 anni dopo la laurea in giurisprudenza. Da questo momento, la produzione di Beccaria si fece intensa e l'autore contribuì in maniera sostanziale allo sviluppo e alla diffusione degli ideali illuministi in Italia.
Del 1764 è il capolavoro Dei delitti e delle pene, il cui nucleo ideologico fu ispirato da una discussione avvenuta in casa Verri sullo stato della giustizia penale.
Divenuto celebre grazie a quest'opera e ai saggi economici, Beccaria ebbe la cattedra di economia politica nelle Scuole Palatine di Milano e divenne in seguito consigliere nel Supremo consiglio dell'economia. Nel 1791 entrò nella Giunta per la riforma del sistema giudiziario.
Morì a Milano nel 1794.
VALUTAZIONE MEDIA
in base alle valutazioni di 0 lettori